Qui trovate la storia di Andrea Tessadrelli, per gentile concessione del blog ciscappailgarda.wordpress.com
Innanzitutto chiariamo subito una cosa: è nato e vive tutt’ora a Desenzano del Garda e quindi, come i suoi genitori, ha nazionalità italiana.
Non viene da un paese Balcanico o addirittura medio orientale come sostengono alcuni cui è capitato di incrociarlo senza fermarsi.
Altro mito da sfatare: non è un perito agrario e non viene da una famiglia di agricoltori; certo il fatto di essere un Tecnologo Alimentare lo mette in qualche modo in relazione con i prodotti della terra e forse questo ha alimentato l’equivoco.
Ma per capire come sia diventato un agricoltore biologico, occorre tornare ai tempi del liceo ed individuare bene le responsabilità.
Quella maggiore è del Prof. del Bagatta (ndr, il liceo di Desenzano), che al quinto anno decide di portare i suoi studenti in gita, nientemeno che, in Finlandia. La responsabilità successiva è di una giovane autoctona del paese Scandinavo, immancabilmente bionda e con gli occhi azzurri, che elettrizza il nostro misterioso personaggio a tal punto da fargli pronunciare la promessa “dopo la maturità torno a trovarti”. La ragazza, forse perché accade a tante giovani del suo paese, non ha ovviamente alcuna aspettativa una volta congedato lo spavaldo studente. Ma qui ha a che fare con uno che a dirgli testardo come un mulo è un eufemismo. È l’estate del 2000 e il nostro, diploma in tasca, immancabilmente bussa alla porta della bionda e ha inizio la prima delle due esperienze che gli cambieranno la vita. Per sei mesi scaricherà casse di pesce, imparando più che discretamente la lingua e mettendo da parte il necessario per un successivo viaggio che lo porterà ad approfondire la conoscenza di tutti i paesi nord europei. Il resto lo fanno i luoghi visitati e le persone conosciute. Insomma, dopo un anno dalla sua partenza torna in patria avendo interiorizzato un valore che prima non aveva (o non era consapevole di avere…): l’amore ed il rispetto per la natura che ha respirato quotidianamente per tutto il tempo in quei luoghi, toccato con mano, visto con gli occhi, udito con le orecchie e sentito con il cuore. E torna con uno scopo preciso: riprendere gli studi.
Sotto l’influenza di questa visione di armonia con la natura, la sua scelta cade su una laurea breve in Scienze e Tecnologie dell’alimentazione, alla statale di Milano. La lontananza fa scemare gli amori, e la passione crescente per lo studio lo induce a non accontentarsi della laurea triennale e a dimenticarsi di quei capelli biondi, così decide per il biennio di specializzazione. Il 2005 e il 2006 sono due anni intensi, riesce ad affiancare alle ricerche di laboratorio anche qualche consulenza ad aziende del settore agroalimentare e una collaborazione come Auditor per un ente di certificazione HACCP. Il suo lavoro sperimentale nel corso del biennio riguarda la messa a punto di un processo di fermentazione per la produzione di birra senza glutine. Dopo la laurea specialistica scopre con stupore che il suo lavoro di tesi ha portato ad un brevetto e che il suo nome non compare da nessuna parte. Si sente gabbato, prova anche le vie legali, ma il Barone per cui ha svolto le ricerche rimane l’unico commendatario del processo messo a punto da Andrea (ohps!, ecco svelato il mistero…).
Questo è il secondo episodio che segna in modo indelebile il percorso di Tessadrelli.
A quel punto gli crolla tutto il castello di fiducia che aveva riposto in alcune figure e decide di tagliare i ponti sia con il mondo accademico che con quello della consulenza alle aziende, verso le quali la sfiducia si era sgretolata poco a poco, in relazione alle prassi di produzione e ricerca cui Andrea era stato testimone nel tempo e che non rispecchiavano propriamente i principi che aveva interiorizzato fino ad allora.
Assieme ad un amico decide di fare qualche cosa di buono per sé e per gli altri, cioè avviare una attività agricola. Trovano due biolche in affitto a Rivoltella e da metà del 2007 producono piantine per trapianto e ortaggi col metodo biologico, intraprendendo fin da principio l’iter di conversione del terreno. Dopo un anno i due soci capiscono di non essere adatti a condividere l’esperienza e così Andrea decide di cercare un terreno da solo. Una collaborazione come giardiniere per un ditta di un proprio conoscente gli frutta la imbeccata verso una azienda biologica di Pozzolengo che produce già da diversi anni kiwi, in località Rondotto. Da loro trova 3 ettari di terreno già certificato, siamo a gennaio del 2009 e nasce Armonia Verde.
All’avvio dell’attività Tex ha, come si suol dire, le “pezze al culo”. Circa 2.000 € da parte e un bidone di corde. Non nasconde, giustamente, un certo orgoglio nel raccontare come il primo anno dedicasse il mattino alla sua nuova attività e al pomeriggio, continuando la collaborazione come giardiniere, riuscisse ad avere qualche euro da investire nel suo progetto. Trova in Fiorenzo Bonatti e in Danilo Arenghi due pilastri cui appoggiarsi (gli prestano l’attrezzatura e regalano pezzi di esperienza); in Flavio Pizzocolo trova, nel 2010, la via per accedere al mercato settimanale di Cascina Maggia a Brescia. Mentre per il primo anno la vendita è esclusivamente a dei grossisti, prezzi bassi ed elevato rischio, grazie all’ingresso in Maggia Andrea riesce a tirare una grossa boccata di ossigeno e ad avere un po’ di liquidità per rendersi autonomo con gli attrezzi.
Nei primi tre anni si costruisce da solo 10 serre a tunnel e prova a coltivare un po’ di tutto, con ottimi risultati. La sua passione sono le cose difficili, per questo ha amato in particolare, ed ama, coltivare i finocchi, le melanzane e i pomodori. Le carote sono la sua prossima sfida, in attesa di mettere nel carniere anche il sedano (perdonatemi l’ossimoro…), che, ad oggi, non ha ancora provato. La sua vendita oggi è fatta per un 60% a dei grossisti, quelli che ha avuto modo di selezionare dopo le “fregature” iniziali, per un 20% dal mercato della Maggia e il rimanente equamente suddiviso tra scambio con colleghi del territorio e PDO del basso Garda.
L’avrete capito che Andrea è caparbio, riconosce in sé il difetto di essere troppo individualista e testardo, ma almeno il suo sogno nel cassetto lo condivide: vuole prendersi una rivincita sui raggiri patiti per eccessiva bontà d’animo e creare un birrificio tutto suo, ovviamente biologico e a ciclo chiuso.
Che dire, se non urlargli “IN BOCCA AL LUPO”?
Buoni ortaggi a tutti!
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